Tutti sanno che l’esercizio fisico fa bene ma c’è anche un altro aspetto legato ad esso che fino ad oggi era poco conosciuto: l’annuncio.
I benefici del praticare attività fisica con regolarità sono certamente noti a tutti. L’esercizio consente, in connubio con una corretta alimentazione, di mantenere il proprio corpo in perfetta salute e di ottenere un buon equilibrio metabolico tra le calorie assimilate attraverso i cibi e quelle bruciate allenandosi. Si va a migliorare la tonicità della muscolatura e la propria forma cardiorespiratoria, ma non solo.
Esiste anche un altro aspetto, ad oggi decisamente poco noto, che è strettamente correlato all’attività fisica e che è stato preso in esame da un team di esperti nell’ambito di uno studio i cui risultati sono stati recentemente diffusi. Aprendo le porte ai legami tra il ‘moto’ e la prevenzione di alcune patologie. Scopriamo che cosa è stato scoperto.
Come dicevamo si tende ad associare al movimento i benefici dal punto di vista fisico ma se vi dicessimo che allenarsi con costanza fa bene anche al cervello? Se ne parla su British Journal of Sports Medicine sul quale sono stati riportati gli esiti di uno studio condotto da un team di ricercatori della Tianjin Medical University e del Karolinska Institute che hanno seguito, per un arco di tempo di dodici anni, ben 61mila iscritti alla Uk Biobank per valutare gli effetti della forma fisica cardiorespiratoria nella prevenzione dall‘insorgenza di alcune forme di demenza, concentrandosi anche sui casi che presentavano fattori di rischio genetici.
Ebbene quanto emerso è a dir poco sbalorditivo: chi pratica attività fisica e gode di un’ottima forma cardiorespiratoria non ottiene soltanto i migliori risultati nei test cognitivi ma presenta un rischio nettamente inferiore di sviluppare la demenza. Del resto con la CRF si va a misurare quanto bene il nostro corpo riesca, durante l’attività fisica, a fornire ossigeno ai muscoli e si tratta di un indicatore di primaria importanza per la salute. Una buona CRF significa migliori performance, durante l’esercizio, di cuore e polmoni.
Per tale motivo è stato studiato il suo impatto sulle abilità cognitive: le persone prese in esame, di età compresa tra i 39 ed i 70 anni, hanno effettuato un esercizio sulla cyclette della durata di sei minuti consentendo ai ricercatori di misurare i livelli di fitness cardiorespiratorio. Ed è emerso che coloro che presentavano un elevato CRF mostravano migliori prestazioni anche nella memoria prospettica nonché in quella cerbale e numerica nonché nella velocità di elaborazione. Nel corso dello studio hanno sviluppato una forma di demenza in 533 ma chi presentava elevati livelli di CRF mostrava un rischio ridotto del 40% rispetto agli altri. Inoltre è emerso che avere una buona forma fisica cardiorespiratoria potrebbe consentire di ritardare di 1,5 anni l’insorgenza della demenza.
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